A Carlo…

Ti tenevo le braccia strette per impedirti di cadere e tu mi cercavi con la voce chiamandomi “Cugino”. Hai voluto salutare i tuoi amici per l’ultima volta e ti ho accompagnato. Mi hai chiesto di pregare per la tua famiglia e lo continuo a fare ancora oggi… Mi raccontavi del mare, dell’Oceano Atlantico, del ghiaccio polare, di Minorca, delle Canarie, del Cile, dell’Olanda, dell’Australia e del mondo che hai visitato… Mi raccontavi di quanto fosse bella la tua vita da skipper, che tu avevi sempre sognato fin da bambino. Mi ricordo quando giocavamo assieme, tu con una semplice vela piantata in uno skateboard ti facevi trascinare dal vento e io con un ombrello conficcato nel cesto della bicicletta, facevamo la gara a chi arrivava per primo alla fine della nostra strada. Per non dimenticare delle giocate a pallone nel cortile di casa. Quanto eravamo belli assieme. Per me eri come un fratello. Coinvolgevi chiunque con il tuo sorriso, la tua grinta e le tue parole. Facevi ridere… Ciao Carlo, cugino mio. Grazie di tutto quello che mi hai dato.

Carlo Venturato (25 gennaio 1983 – 04 giugno 2014)

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